Risultati X Edizione Premio Letterario Nazionale Giovane Holden
I vincitori:
Inedito
Sezione romanzo:
Tiziana Angilletta “Ernesto e Bondìo” – Chianocco (Torino)
Motivazione: Ernesto e Luigi sono due uomini che a prima vista hanno in comune solo il fatto di essere vedovi con un rapporto complicato con i figli. Eppure le loro esistenze, incastrate nel braccio di ferro tra i forti e i deboli, si incroceranno in una palazzina dove le persone benestanti vanno a trascorrere i fine settimana sulla neve. Poco distante, la Val di Susa dei no tav. Intorno a loro la complessità di situazioni che si trascinano da troppo tempo, tra loro l’insegnamento indiretto della gallina Cica per la quale “bastano le piccole cose”. Una storia semplice eppure poetica, sostenuta da uno stile limpido, maturo e consapevole, ricco di dettagli concreti che la rendono incisiva, indimenticabile.
Marcello Cavazza – “Bononia 2053” – S. Lazzaro di Savena (Bologna)
Motivazione: Una Bologna di un futuro neanche troppo lontano, ma dalle logiche e dai modi di vita completamente stravolti rispetto a oggi. Joan e Carlos sono due universitari dalla carriera non brillante e spesso squattrinati, anzi a corto di crediti, che si imbarcano in un’indagine per andare a fondo sulla scomparsa del coetaneo Matteo, detto Stecco, che appartiene alla categoria dei ricchi. Buon ritmo e ottime trovate per un romanzo che rientra felicemente nella categoria del cyberpunk.
Nadia De Stefano – “L’ultima dei Bastardi” – Viareggio (Lucca)
Motivazione: Un’eredità inaspettata fa piombare Sofia in una vicenda che nel giro di poche ore getta ombre inquietanti sulla sua famiglia, mette a repentaglio la sua incolumità e la spinge in un’indagine che dall’epoca contemporanea ci trasporta fino alla Firenze dei Medici. La gestione dell’elemento storico è sicura e ben combinata con la cifra giallistica del romanzo, in un’escalation di colpi di scena fino all’ultima pagina dell’opera.
Premio Speciale della Giuria:
Anna Maria Castoldi, Miriam Donati – “Crimini in paese” – Milano, Garbagnate Milanese (Milano)
Motivazione: Arzillo giallo di provincia, in cui a più riprese l’ispettore Ruggero sarà chiamato a indagare con l’aiuto di due assistenti speciali, Onorina, un’adorabile versione locale di Miss Marple, e la bibliotecaria Silvana, dando spazio a momenti vivaci e pennellate di rosa.
Sandro Orlandi – “Il volo del cigno” – Macerata
Motivazione: Romanzo di ideali e punti di vista talvolta non allineati dai quali scaturiscono riflessioni importanti. I personaggi sono ben delineati e c’è buona padronanza della scrittura in generale e soprattutto della trama che si snoda tra i tempi delle Brigate Rosse e i giorni nostri.
Linda Traversi – “Dove si Accendono le Lucciole” – Ravenna
Motivazione: Scrittura piacevole e sicura per una storia dal tono intimistico con un corpo ben definito, fatta di personaggi in cui per il lettore è facile ritrovare tratti di sé e di vicende che si sviluppano con leggiadria puntando alla profondità dell’animo umano, delle sue scelte e dei suoi appigli.
Quarti classificati, a pari merito (in ordine alfabetico):
Tommaso Sinicato – “Io ero gli altri” – Caldogno (Vicenza)
Laura Rossi – “A piedi per Capraia” – Prato
Paola Ranzani – “Il calcolo della nonna” – Reggio Emilia
Chiara Mazza – “Come Giona nella balena” – Rennes (Francia)
Vittorio Martucci – “Viva Verdi!” – Napoli
Sandro Manoni – “Verso il silenzio” – Venezia Lido
Giuseppe Iacolino – “Tra di noi a Central Park” – Palma di Montechiaro (Agrigento)
Matteo Granata – “Memorie di un’ombra perduta” – Torino
Antonio Febi – “L’amante Bretone” – Vicovaro (Roma)
Silvia Colonna – “La Rosa Nera” – Fermo
Renato Cagnin – “Vista con gelosie” – Massanzago (Padova)
Angelica Benedetti – “Illusia” – Camaiore (Lucca)
Claudia Bertinat – “Correnti” – Rorà (Torino)
Laura Casadei – “La casa dove tornare” – Monte San Savino (Arezzo)
Roberto Contini – “La leggenda dell’imperatore nascosto” – Milano
Matteo Gemignani – “Lungo il cammino” – Viareggio (Lucca)
Maria Grasso – “Lamerica” – Leonforte (Enna)
Emilio Labianca – “Schegge di memoria: luci ed ombre” – Roma
Guglielmo Mariani – “Traditi e Traditori” – Roma
Gianluigi Mauri – “Piccoli universi accanto” – Milano
Franco Nanni – “Come danzare tra gocce di pioggia” – San Lazzaro Di Savena (Bologna)
Massimo Renaldini – “La piuma blu” – Rezzato (Brescia)
Paolo Massimo Rossi – “L’intruso nelle vecchie stanze” – Mozzagrogna (Chieti)
Giuseppe Sorrentino – “La fanciulla straniera” – Napoli
Sezione racconto:
Edoardo Luigi Giana – “La culla” – Vanzaghello (Milano)
Motivazione: Scritto con grande proprietà di linguaggio, il racconto si muove nell’ambiente letterario del fantasy e dell’action thriller attraverso un ritmo incalzante, capace di trascinare il lettore in un vero e proprio incubo a occhi aperti. L’autore crea una suspense palpabile attraverso l’uso di un lessico ricco e appropriato, in linea con le caratteristiche istrioniche del racconto. La scrittura ha un ruolo davvero preponderante e fa da guida al dipanarsi della storia dove sono varie le chiavi di lettura e le interpretazioni personali.
Massimo Martinelli – “Due voci” – Capraia e Limite (Firenze)
Motivazione: Tagliente, intenso, ma anche suadente come la vita nel suo scorrere. L’autore segue il solco di una scrittura morbida, intrisa di una vena poetica che trascina il lettore in ambienti quasi fiabeschi. Ma niente è definitivo e la scrittura all’improvviso si fa cupa e disperata, coerente al tema trattato. L’umanità che trasuda dalle righe del racconto ci ricorda che il mistero della vita è un cocktail indistinto dove amore, bellezza e poesia si mescolano al dolore e alla sofferenza.
Catia Proietti – “Scagli la prima pietra chi non ha mai peccato” – Roma
Motivazione: Il racconto è sferzante, duro come può essere l’esperienza della visita a una figlia in carcere. La descrizione dei frammenti, dei particolari, del silenzio simile a un ronzio aiutano l’autore a raccontare lo strazio ma anche la speranza che si affaccia tra le righe del testo e ne costituisce l’àncora di salvezza. Perché oltre il giudizio c’è la persona e la sua voglia di riscatto, con tutta la sua forza, che trasforma la privazione della libertà in opportunità.
Premio Speciale della Giuria:
Pietro Rainero – “Concorsi letterari” – Acqui Terme (Alessandria)
Motivazione: Colpisce soprattutto il ritmo della scrittura, con quella punta d’ironia scanzonata che rende la lettura piacevole e strappa più di un sorriso. Nel merito viene da chiedersi se siano più egocentrici gli scrittori e i poeti o i giudici dei concorsi che sono quasi sempre in doppia versione… lettori e al tempo stesso estensori di opere più o meno degne. Ai posteri l’ardua sentenza… intanto teniamoci l’originale scritto dell’autore a cui va ben più di un plauso.
Luigi Manca – “Zugzwang” – Portotorres (Sassari)
Motivazione: Protagonisti di questa storia sono i nuovi poveri delle nostre città piene di contraddizioni sociali. L’incontro-scontro è l’emblema della solitudine delle nostre periferie dove la disoccupazione, l’incertezza per un futuro e la perdita di una rete di sostegno determinano una crisi di sistema preoccupante. Eppure la scrittura è piacevole, ironica, fedele ai personaggi e al loro modo di vivere la vicenda. Spesso fa sorridere, con una comicità amara e sempre in chiaroscuro.
Beatrice Perbellini – “Y” – Verona
Motivazione: Chi è Y? Ciò che riteniamo inconfessabile? Una malattia? Un demone? Il destino? Scritto con un ritmo degno di un thriller d’autore, il racconto ci conduce in un percorso di liberazione che non giunge a compimento e sembra esaurirsi nell’epilogo finale. In realtà il conflitto rimane vivo a dispetto della momentanea vittoria del male rappresentato dall’entità Y, anonima e controversa, presente nell’anima della protagonista da cui prescinde ma di cui, allo stesso tempo, ha bisogno.
Francesca Scarpati – “Naufragio” – Venezia
Motivazione: Sullo sfondo gli sbarchi di uomini, donne e bambini in fuga da guerre e povertà, e poi la promessa di un figlio alla madre: restituire un bottone di madreperla alla prima donna che ha incontrato dopo il naufragio a Lampedusa, vent’anni prima. Davanti a sé il giovane trova le paure e i pregiudizi dell’anziana ma anche l’aiuto di un poliziotto che crede alla sua storia. Scritto in maniera semplice e diretta, il racconto ci illumina sulla potenza dell’amore e della solidarietà, passaggio obbligato per ritrovare i sentieri dell’incontro e dell’integrazione.
Quarti classificati, a pari merito (in ordine alfabetico):
Tiziana Tomai – “Il perduto amore” – Taranto
Maria Plumeri – “Così è se mi pare” – Montecastello (Pisa)
Marco Mazzoli – “L’uomo che non canta il karaoke” – Forlì
Laura Rosaria Losio – “Vola, Peter!” – Genova
Miriam Jarrett – “Ero solo un filo d’erba” – Gaeta (Latina)
Gilberto Germani, Gloria Esposito – “La strega pasticciona” – Solaro (Milano), Milano
Donatella Dariol – “Il mappamondo – Cent’anni più uno dalla Grande Guerra” – Carbonera (Treviso)
Alessandro Corsi – “Contro ogni speranza” – Livorno
Marcella Congiu – “La struggente bellezza della vita” – Seregno (Monza-Brianza)
Bianca Blq – “Mostrarsi” – San Pietro in Casale (Bologna)
Francesca Belotti – “Solo amiche” – Brescia
Gabriella Bampo – “Verdure e visoni” – Salzano (Venezia)
Susanna Benassi – “La camelia del desiderio” – Pietrasanta (Lucca)
Franco Cadenasso – “Di fluidi e giroscopi” – Genova
Roberto Contini – “La Confessione” – Milano
Silvano Costantini – “L’onorevole Brandolini” – Genova
Alessandro Di Girolamo – “Come quando fuori piove” – San Demetrio Ne’ Vestini (L’Aquila)
Laura Gori – “Il nonno” – Ponte a Moriano (Lucca)
Barbara Langella – “La Bella Elena” – Gallarate (Varese)
Andrea Mauri – “Mare bianco” – Roma
Riccardo Montanaro – “Tuoni senza nuvole” – Masainas (Carbonia-Iglesias)
Edoardo Rossi – “Giungla d’asfalto” – Genova
Linda Traversi – “La Balena” – Ravenna
Sezione poesia:
Carlo Chinellato – “Nocche del Lamento” – Martellago (Venezia)
Motivazione: Parole evocative, quelle usate da Carlo Chinellato per comunicare il sentimento poetico per eccellenza: l’amore. Sono versi scanditi da un ritmo lento, adeguato all’incalzare del disvelamento finale del sentimento amoroso; dapprima si travestono di trascendenza e assumono l’aspetto di una preghiera lugubre e lamentosa che pare accettare come inevitabili la sofferenza e lo strazio fisici, carnali, quasi a suggerire l’idea della penitenza, per giungere poi, attraverso un processo catartico tra continui rimandi metaforici che richiamano alla memoria gli stilemi della poesia stilnovista, alla rivelazione dell’oggetto amato, maestoso e addirittura divinizzato tra le voci alte dell’eterno.
Venusia Marconi – “Occhi bagnati” – Pedaso (Fermo)
Motivazione: L’amore, sebbene possa essere logorante, può tuttavia ispirare sogni in technicolor, induce alle lacrime ma acuisce la sensibilità che fa percepire l’impercettibile: i sentimenti. Venusia Marconi, con poche, nette e concise immagini, dimostra di non temere le illusioni e nemmeno gli inganni, anzi, se ne serve per distrarre il sentimento amoroso, famelico.
Stefania Vecchiato – “Isola” – Oderzo (Treviso)
Motivazione: Continuamente interrotto come da un ripetuto sostare in perenne riflessione, il verseggiare sintetico e molto ritmato di Stefania Vecchiato riflette anche nella forma il suo contenuto: un costante ripensamento autocritico, come suggeriscono pure i termini adoperati: “ripercorro, a ritroso, passi falsi”.
Premio Speciale della Giuria:
Joseph Barnato – “Ad oriente guaiscono i pallori” – Gaiole in Chianti (Siena)
Motivazione: Immagini in movimento, guizzanti e dense di vita, animano i versi scanditi e incalzanti di Joseph Barnato; il pallore di un’alba silenziosa che presagisce l’attacco feroce e vigliacco, la difesa che si manifesta con un balzo di fulgore: scene da savana, che non stonerebbero affatto come voce fuori campo a commento di un documentario del National Geographic.
Quarti classificati, a pari merito (in ordine alfabetico):
Sergio Saponati – “Kamikaze” – Viareggio (Lucca)
Renato Rossi – “In alto mare” – Carrara
Sabina Perri – “La diversità” – Firenze
Francesco Palmisano – “Nessuno sa” – Torino
Marella Nappi – “Padre” – Lanciano (Chieti)
Paola Marinelli – “Passeggiando” – Andria (Barletta-Andria-Trani)
Liè Larousse – “Dalla terra al cielo” – Roma
Andrea Improta – “Di ogni giorno” – Firenze
Antonio Fucà – “Linea” – Messina
Yuleisy Cruz Lezcano – “Viaggio immaginario” – Marzabotto (Bologna)
Emanuele Buonamici – “Epigramma I” – Lucca
Sarah Bazzano – “Annasperò anche” – Bergamo
Dino Artone – “Accetta” – Scauri (Latina)
Enrico Barbieri – “Che tempo è questo” – Curtatone (Mantova)
Alessandra Benedetti – “Il corvo scarlatto” – Corsanico (Lucca)
Daniela Conti Benassi – “Spiaggia d’inverno” – Camaiore
Margherita Flore – “Sete scarlatte” – Firenze
Paola Gatti – “Anime di fango” – Roma
Morena Larini – “La scelta” – Massarosa (Lucca)
Veronica Manghesi – “Tremi” – Marina di Pisa (Pisa)
Angelo Mocchetti – “Le strade del silenzio” – Rescaldina (Milano)
Giovanni Odino – “Domandi ancora” – Sant’Agata Bolognese (Bologna)
Stefano Peressini – “Sarà forse quel tempo” – Carrara
Damiana Raschi – “Ricami” – Perugia
Frediano Avelio Saltalippi – “La lettrice” – Roma
Donatella Sarchini – “Survivors” – Milano
Edito:
Sezione romanzo:
Sergio Ruggiero – “Alle soglie dell’Ultimo Giorno” – Amantea (Cosenza)
Motivazione: Romanzo dalla trama complessa, come complesso e difficile è il momento storico successivo alla caduta dell’Impero Romano, precisamente la fine dell’Ottavo secolo, qui abilmente ricreato dall’autore. Sulla base di un’accurata documentazione, fantasia e realtà si intrecciano dando vita a una vicenda drammatica e coinvolgente. La folla dei personaggi tiene sempre il lettore col fiato sospeso e lo spinge a immedesimarsi nella drammaticità delle singole storie. Amore, legami familiari, senso dell’onore e difesa della propria identità alleggeriscono così la narrazione cruda e veritiera di un’epoca intrisa di violenza. La scrittura scorrevole presenta termini specifici e antichi, che non rallentano affatto il racconto, ma lo arricchiscono e lo rendono al tempo stesso più credibile.
Lea Valti – “Prelude” – Roma
Motivazione: Romanzo interessante, raccontato in prima persona con un linguaggio fluido e scorrevole, che richiama volutamente esempi celebri della letteratura ottocentesca. Il vampiro, elemento chiave del romanzo gotico, appare qui in una veste del tutto originale. Un romanzo di formazione, si potrebbe aggiungere, che inizia con una riflessione profonda, “La vita è un sentiero”, ad annunciare il difficile cammino destinato a concludersi con la drammatica scoperta della propria diversità. Un capitolo dopo l’altro il lettore, sempre più coinvolto nella vicenda, gli si affeziona fino a provare, suo malgrado, pena per lui.
Valerio La Martire – “Stranizza” – Roma
Motivazione: Romanzo coinvolgente, se pur giocato all’insegna di una tragedia annunciata. I personaggi si muovono in una realtà apparentemente accogliente per la suggestione dei paesaggi e il rilievo dato ai legami familiari. Un paese in cui tutti si conoscono tanto da dare l’illusione di una famiglia allargata. Basta però grattare appena la superficie e l’illusione crolla: l’amico di sempre si erge a giudice e non perdona. Ne risulta un affresco pregnante, doloroso di un’Italia che non riesce a superare i propri tabù.
Premio Speciale della Giuria:
Marco Milani – “L’inverno del pesco in fiore” – Ladispoli (Roma)
Motivazione: Una saga familiare nell’arco del secolo scorso, ricostruita sulla scorta di una documentazione attenta. A fatti realmente accaduti si affianca una storia d’amore e di affetti credibili e coinvolgenti. Le piccole storie dei numerosi personaggi si intrecciano così in un racconto coerente, capace non solo di ricreare valori e modelli di vita del Novecento, ma di descrivere con delicatezza la complessità della natura umana. Lettura corposa, ricca di dettagli, al tempo stesso molto piacevole.
Armido Malvolti – “Christian & Giorgia” – Castelnovo Ne’ Monti (Reggio Emilia)
Motivazione: È la storia di una famiglia alle prese con la drammatica scoperta della grave malattia del piccolo Christian. Il racconto in chiave autobiografica ripercorre il cammino verso la guarigione, tanto doloroso quanto ammirevole per la capacità di non abbandonare mai la speranza. Un esempio per quanti siano costretti ad affrontare lo stesso calvario.
Diego Romeo – “La melodia salvò il popolo” – Roma
Motivazione: Parigi 1925. Un giovane giornalista, a caccia di scoop, intervista padre Komitas, uno dei pochi sopravvissuti al genocidio armeno. L’anziano sacerdote, ricoverato in manicomio, accetta di raccontare con fatica pagine dolorose del dramma del suo popolo, quasi sconosciuto al grande pubblico. La precisa documentazione storica costituisce il principale motivo d’interesse del libro.
Quarti classificati, a pari merito (in ordine alfabetico):
Nicola Vitale – “Il dodicesimo mese” – Milano
Paola Tonussi – “Boonrod” – Verona
Alessandra Nitti – “Faust – Cenere alla cenere” – Luogosano (Avellino)
Renzo Limone – “Mistero barocco” – Lecce
Franco Duranti – “Fantastici quegli anni” – Jesi (Ancona)
Alessandra Cinardi – “Vita e il libro dei morti” – Roma
Elena Bellei – “Tornare alla luce” – Modena
Oriano Berni – “Lo speziale al canto de’ Ricci. Una storia nella Firenze del Savonarola” – Firenze
Santa Costanzo – “Andar per rugiada” – Padova
Francesco Ferrari – “L’assassino non è il maggiordomo” – Milano
Stefano Mancini – “Pestilentia” – Roma
Francesco Sala – “Due palmi di terra color ocra” – Modena
Maria Teresa Veronesi – “Il pianto della Sirena” – La Spezia
Peter Zeller – “I giardini dell’attesa” – Bari
Sezione poesia:
Antonella Pericolini – “Onde imperfette” – Roma
Motivazione: La bella metafora scelta come titolo della raccolta ne racchiude il nucleo pregnante: una visione amara del nostro tempo, mare d’indifferenza in cui andiamo alla deriva, cercando disperatamente il perché. Proprio la poesia, prigione ma al tempo stesso àncora di salvezza, offre all’autrice lo strumento ideale per esprimere e curare le ferite dell’anima. Poesie brevi, versi limpidi, talvolta immediati, in cui riconoscersi.
Adua Biagioli Spadi – “L’alba dei papaveri” – Pistoia
Motivazione: Silloge di versi armoniosi che descrivono il percorso della giovane vita dell’autrice. Intorno ai due nuclei portanti, già evidenziati nel titolo, amore e identità, si rincorrono metafore immediate, spesso attinte dal linguaggio pittorico, a esprimere con delicatezza sentimenti ed emozioni. Piuttosto elaborato il linguaggio sia per la varietà dei registri che per l’impiego di neologismi molto personali.
Michele Paoletti – “Come fosse giovedì” – Piombino (Livorno)
Motivazione: Una silloge molto personale, che trova compattezza nell’originale simbiosi vita-teatro. La messa in scena, intesa come metafora della vita, diventa dunque strumento irrinunciabile per comprendere il dramma esistenziale. Versi impegnativi, densi di immagini amare e taglienti, espresse in un linguaggio ricercato.
Quarti classificati, a pari merito (in ordine alfabetico):
Elisa Sala – “I dolci inganni” – Treviso
Veronica Manghesi – “Il mio mare all’improvviso” – Marina di Pisa (Pisa)
Luciano Delucchi – “E sempre camminiamo” – Sestri Levante (Genova)
Isabella Coluzzi – “Pensiero di Zefiro” – Roma
Gaia Gentile – “Io e Te fra Tramonto e Alba” – Sabaudia (Latina)
Angela Patrono – “Voci dall’iperuranio” – Bari
Antonella Tissot – “Cha no yu e fiori sdraiati sul tatami” – Milano
Sezione racconto:
Fabrizio Bartelloni – “Frammenti” – Pisa
Motivazione: Scritti nell’arco di venti anni, questi brevi racconti utilizzano strumenti espressivi diversi, quasi a riprodurre i tanti aspetti del vivere quotidiano. Drammatici, ironici, grotteschi, scevri da ogni velleità moralistica, i racconti affrontano temi leggeri come ad esempio in “L’appuntamento” e “La protesta” in cui il comico si fonde con il grottesco; altri racconti hanno invece tematiche più profonde come ad esempio in “L’ultimo pensiero” racconto tragico e cinico al tempo stesso. Ogni storia narrata con il distacco di chi legge la realtà con occhio consapevole e disincantato. Lettura agile, interessante, molto piacevole, soprattutto in virtù di un’efficace vena umoristica.
L’Autore intervistato da Irbil – Video
Roberto Chirico – “Diseredati” – Mozzagrogna (Chieti)
Motivazione: Una raccolta di racconti destinati a lasciare il segno. Uomini e donne fin troppo veri e attuali alle prese con alcuni dei drammi che meglio connotano il volto amaro della contemporaneità. Narrazione lineare, lucida, talvolta cruda, che costringe il lettore a una dura presa di coscienza non tanto forse dei problemi, in sé ampiamente dibattuti dai media, quanto del rischio di non sentirsi coinvolti, mitigandoli sotto un comodo velo di indifferenza.
Diego Romeo – “I nostri fratelli” – Roma
Motivazione: Dieci racconti, in cui i personaggi si muovono in balia di una vita spesso difficile, animati dal desiderio di difendere valori fondamentali in “All’ombra delle rovine”, oppure interessi personali in “La linea sottile”, o semplicemente di trovare la forza per sopravvivere e dare un senso alla propria esistenza in “Il lungo viaggio di Zelda Milk”.
Linguaggio semplice, capace forse anche per questo di trasmettere i valori in cui l’autore crede.
Quarti classificati, a pari merito (in ordine alfabetico):
Maria Todaro – “Loro e noi” – Chiavari (Genova)
Elisa Sala Borin – “La soffitta dei pipistrelli dormienti” – Treviso
Luciana Censi – “La tirannia della memoria” – Foligno (Perugia)
Federica Bernardini – “Sole rosso” – Jesi (Ancona)
Cristina Preti – “Pomeriggio alle Antiche Terme” – Empoli (Firenze)
Fabiola Sciarratta – “La banda del vicolo” – L’Aquila
Luigi Veiro Zabeo – “Giano” – Dolo (Venezia)